Nuovo itinerario

Di una cosa eravamo sicuri: non avremmo fatto lo stesso tragitto dell’anno precedente cioè direzione Slovenia e Ungheria. A parità di chilometri scegliemmo la via che ci portò a passare per la Svizzera, l’Austria, la Germania e la Polonia, ma soprattutto non rifacemmo l’errore di non fermarci per una notte intera. Le piccole e tante soste, infatti, non sono affatto utili per vincere la stanchezza, quindi niente rischi…Cominciammo con l’attraversare un bel pezzo di Svizzera in direzione Chur-San Bernardino, peraltro zone molto belle da vedere, strade di montagna tenute molto bene, ordine e pulizia, tipiche di questa nazione. Il pedaggio autostradale è abbastanza caro (circa 35 euro), ma ha validità annuale. Dopo esserci fermati a fare colazione (2 cappuccini e 2 brioches 16 franchi circa 12 euro!…) entrammo in Austria prima di mezzogiorno (8 euro di pedaggio) e dopo solo mezz’ora eravamo già in territorio tedesco. Qui non si paga l’autostrada e non ci sono limiti di velocità. Un consiglio: se avete intenzione di andare relativamente piano tenete sempre la corsia di destra perchè dietro di voi sbucheranno come dal nulla veicoli marcianti a più di 200 all’ora! Al calar del sole, dopo aver mangiato in una zona di sosta, ci rimettemmo in marcia con il proposito di fermarci a dormire appena entrati in Polonia. Così facemmo anche perchè non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Purtroppo in questi casi la fretta di cercare un posto non è buona consigliera e senza volerlo finimmo a dormire in un motel che sembrava la riedizione dell’horror “La casa”. Poco male, un letto c’era ed il mattino successivo alle 5 circa riprendemmo il viaggio. Superata Wroclaw procedemmo su strada normale per più di 300 km., anche per la mancanza in quelle zone di rete autostradale, attraversando una miriade di paesini di campagna che a dire il vero ci alleviarono la noia del tragitto. Raggiungemmo così Radom e poi Lublin. Oramai la frontiera di Dorohusk era a circa 70 km. Fummo fortunati poichè c’era poca coda ed in un’ora circa sbrigammo le formalità doganali. Il caldo era a dir poco infernale e dopo esserci rifocillati ennesima ripartenza, ma questa volta verso Lutsk che si trovava a circa 130 km. Arrivammo in città più o meno come l’anno precedente verso le 7, ma sinceramente un po’ meno stanchi, avendo dormito la notte. Non avevamo comunque neanche la forza di fare progetti per i giorni successivi e rimandammo il tutto al mattino seguente.</div