Si torna a casa

Viaggio di ritornoVenne il giorno della partenza (stesso itinerario dell’andata), per la verità non di mattino molto presto, solo verso le 7 e guarda caso dopo pochi chilometri sotto un diluvio come quando eravamo partiti dall’Italia. Baci e abbracci con tutte le persone che ci erano care e che ci avrebbero raggiunto in italia qualcuno a Natale 2010 e qualcuno a novembre 2011. Il bagagliaio dell’auto era davvero stracolmo: generi alimentari, salami, formaggi, carne (avevamo un piccolo frigo portatile con collegamento sia all’ accendisigari che alla corrente elettrica), prodotti freschi della terra, patate, pomodori, un’enorme zucca donataci dalla nonna, birra, un paio di immancabili bottiglie di vodka, tanti vasetti di cetrioli e pomodori in agrodolce e tante altre cose che ora non mi sovvengono neanche più. Questa volta non fummo però fortunati alla frontiera perchè quando vi giungemmo la coda che ci precedeva era davvero lunghissima. Dopo aver chiesto qualche informazione decidemmo di cambiare dogana perchè si parlava di più di 15 ore di attesa. Quindi marcia indietro e via verso un’ altra destinazione (Ustilog e non Dorohusk). Qui fummo un po’ più fortunati infatti l’attesa si protrasse per sole (!) 5 ore. Momenti di panico per me poichè quando si avvicinò il doganiere, Natasha era in bagno ed io fui costretto a spiegare in qualche maniera cosa avevamo in macchina. Per fortuna arrivò subito togliendomi da una situazione che stava diventando veramente difficile…Tutto bene anche al posto di controllo polacco, finalmente potevamo rimetterci in marcia. Verso le undici di sera, stremato e stressato dalle tante ore di guida, le ultime quando ormai era buio pesto, strade poco illuminate ed enormi TIR che lampeggiavano a due metri dal paraurto posteriore, facemmo una sosta in una stazione di servizio che fu come una benedizione. Dopo pochi chilometri ecco spuntare l’insegna di un motel, praticamente la salvezza. Il posto aveva un non so che di familiare…Ebbene sì era lo stesso in cui ci eravamo fermati all’andata. Lo guardai attentamente ed ebbi la stessa impressione, un non so che di sinistro. Si stagliava in un punto leggermente rialzato, il tetto appuntito con alle spalle una grande luna piena che gli conferiva un bagliore inquietante…Ma eravamo stanchissimi e poi i modi gentili della signora tutta insonnolita che ci accolse ci diedero un po’ di conforto. Tutto sommato dormimmo bene. Eccoci all’ultima parte del viaggio. Citerò solo la stupenda vallata che ci si aprì davanti agli occhi quando cominciò la discesa (in Svizzera) verso Bellinzona e Locarno. Poi la Valle Vigezzo ed eccoci a casa. A quando Ucraina?